AZIENDA
Un'impresa che guarda al passato è un impresa del futuro
L’Azienda oggi
Oggi le antiche Masserie sono divenute una moderna azienda agricola ma che non ha mai rinnegato le proprie tradizioni e la propria storia. Attualmente ha una superficie complessiva di 80 ettari, distribuiti in base alle esigenze produttive: 50 ettari di vigneto, 5 ettari di uliveto, il restante a cultura promiscua tipica del paesaggio abruzzese. Alla vecchia casa colonica ristrutturata per far posto agli uffici, simbolo della nuova gestione imprenditoriale, si aggiungono altri corpi che accolgono il locale esposizione, la sala degustazione, il locale imbottigliamento e la cantina d’invecchiamento.
La nostra filosofia
La forte motivazione e il desiderio di qualificare la propria produzione hanno caratterizzato sin dagli inizi il percorso di Camillo Montori, consentendo vendemmia dopo vendemmia di farsi conoscere oltre i confini regionali. Tra “tradizione e innovazione” la bella bottaia e i nuovi impianti tecnologici riflettono alla perfezione questa filosofia produttiva. Così accanto alle tradizionali botti di Slavonia si può vedere una moderna torre di vinificazione in acciaio inox: passato, presente e futuro convivono.
La cantina
Camillo Montori ha maturato la convinzione che soltanto il legame che coinvolge la storia, il sapere contadino, le condizioni ambientali, il vitigno e gli uomini può permettere al vino del territorio di esprimere originalità, naturalità e fascino.
STORIA
L'oro bianco e rosso dei Montori
Giuseppe Montori
L’impegno in agricoltura della famiglia Montori è di lunga durata e si afferma poi in una tradizione colta.
La nobiltà familiare è documentata nel 1600 a Campli e si estende poi tra Torano e Colonnella.
A metà dell’800 il Cav. Avv. Giuseppe Montori testimonia l’impegno in ambito vitivinicolo come Presidente della Commissione ampelografica e assume un rilevante ruolo pubblico nella politica agraria del teramano come Presidente del Comizio agrario.
Il padre di Camillo Montori, avvocato di Ascoli, si trova a gestire le Masserie di famiglia, condizionando la futura attività del figlio.
Camillo Montori
Tra gli anni ’60 e ’70 forma se stesso e l’azienda alla ricerca innovativa, per creare una sua identità di prodotto, aprendosi alla sfida della qualità e dell’eccellenza.
Tra la fine degli anni ’70 e i primi degli anni ’80 trova il suo campo di identità, scegliendo intenzionalmente di operare nella nicchia del bianco trebbiano.
Si arriva così all’eccellenza del bianco Fonte Cupa, nella cui cura di immagine e di prodotto Montori rivela i segreti e le strategie dell’originalità dell’aristocrazia contadina.
La stessa logica che salva le naturalità tradizionali, viene applicata al rosso, dove l’intervento tecnologico è più necessario, ma utilizzando l’impianto di torri di fermentazione naturale a caduta libera solo con temperatura controllata. Ma non basta; Camillo Montori di fatto, è stato il promotore della valorizzazione del proprio territorio ottenendo prima la D.O.C. Controguerra, e successivamente il riconoscimento della D.O.C.G. per il Montepulciano d’Abruzzo delle Colline Teramane. Oltre ad essere stato il primo in Abruzzo a spumantizzare le uve Trebbiano e Pecorino.
TERRITORIO
Un territorio Doc
LE COLLINE TERAMANE
La nostra terra
I centri collinari del teramano e quelli della provincia di Ascoli Piceno sono separati dal fiume Tronto, un confine naturale tra le regioni abruzzese e marchigiana, che è più un segnalibro che un rigido segno di confine: un paesaggio derivante dalla sovrapposizione di due sistemi ambientali, il primo caratterizzato da superfici di natura pianeggiante e il secondo connotato da una media collina affacciata sulla costa adriatica.
La DOC e la DOCG
L’area collinare teramana gode di condizioni pedoclimatiche particolarmente favorevoli. Non per niente, la sottozona “Colline Teramane” ha ottenuto il prestigioso riconoscimento della D.O.C.G. Ed è proprio in questa zona che opera, con riconosciuto ruolo di avanguardia, l’azienda di Camillo Montori.
Le Vigne
Il Montepulciano d’Abruzzo la fa da padrone con circa 26 ettari, al Trebbiano ne sono destinati circa 10 mentre i restanti sono equamente distribuiti tra Pecorino, Passerina, Chardonnay, Sauvignon, Sangiovese, Merlot e Cabernet.